Oggi la S. Messa è stata presieduta da Fra Jerzy NOREL Vicario generale, che ha fatto gli auguri di ogni bene al Provinciale della Germania Fra Bernhardin M. SEITHER nel suo ottavo anniversario di ordinazione sacerdotale.
Nell’omelia Fra Jude ha parlato del dono che il Signore fa della sua pace. Questo dono di Grazia può farci superare tutte le incertezze e paure, di fronte all’avvenire che ci attende. Alcuni confratelli Capitolari “non torneranno a casa”; nel senso ovviamente che magari saranno eletti ad un incarico nella Curia generale di Roma. Eppure nonostante questo, dobbiamo essere certi della presenza del Signore che ci guida e che ci dà il suo coraggio; non dobbiamo temere, anzi dobbiamo essere forti nell’accettare qualsiasi obbedienza, come la più grande benedizione.
L’incontro in aula inizia con un video preparato da Fra Ryszard WRÓBEL (Delegato generale per le comunicazioni), sull’inizio del Capitolo e i volti sorridenti dei Capitolari.
Sono cominciate poi le domande al Ministro generale sulla sua relazione. In particolare ci si è soffermati sul rapporto di dialogo e collaborazione con i Generali delle altre famiglie francescane. Fra Marco ha risposto che ad ora i rapporti sono ottimi, ma non è stata creata nessuna struttura nuova. Però ci sono già dei frutti da questo dialogo, per esempio la nuova comunità inter-obbedienziale di Emmaus, costituita assieme ai Frati Minori e sotto la responsabilità della loro Custodia di Terra Santa.
Parallelamente un altro tema ha interessato molto l’assemblea, cioè quello della missione ad gentes. Se è vero che nelle nostre giurisdizioni più antiche non c’è più il fervore missionario di un tempo, Fra Marco ricorda che è altrettanto vero, che le nostre giovani circoscrizioni sono entusiaste di portare il nostro carisma nei paesi limitrofi.
Il Ministro ha dato poi, qualche idea su come si dovrebbe impostare il futuro delle nostre realtà comunitarie, tante volte ingolfate da troppi impegni. C’è bisogno di conventi che diano la possibilità di un’autentica vita fraterna, perché c’è necessità di una testimonianza di famiglia; se facciamo tanto bene ma lo facciamo da soli, abbiamo comunque derogato dalla nostra identità francescana. Nella nuova evangelizzazione si deve inoltre, rafforzare il rapporto con i laici per renderli veramente protagonisti della missione della Chiesa.
Nel pomeriggio è stata la volta del Procuratore generale Fra Maurizio DI PAOLO, per presentare la sua relazione. Il suo ufficio riguarda il rapporto tra il nostro Ordine e la Santa Sede. Purtroppo gran parte del lavoro della Procura riguarda la risoluzione di difficoltà, che riguardano i confratelli che desiderano o sono obbligati a lasciare la propria vocazione. È alto il numero delle defezioni, sia verso il clero diocesano che verso il ritorno al laicato; per questo Fra Maurizio auspica un maggiore discernimento nel cammino formativo dei frati.
Infine c’è stato il dialogo dei Capitolari con il Procuratore. Ovviamente grande interesse c’è per le diverse situazioni di abbandono vocazionale dei confratelli; purtroppo è difficile leggere le motivazioni sociali, tanto più quelle personali. Dobbiamo allora rimetterci a una lettura di fede, perché l’autore della chiamata è sempre il Signore.
Fra Aurelio ERCOLI, cronista
Il Vangelo che ascoltiamo questa mattina include la promessa fatta da Gesù, quella di offrirci la sua pace, la sua “shalom”. Non è una pace artificiale, dove solamente mancano violenza e aggressioni fisiche. È una pace così profonda che anche il creato la riconoscerà, tanto che il leone sarà in pace con l’agnello.
La provenienza di questa pace è la fiducia nel messaggio e nella missione di Gesù. Nel Vangelo di Giovanni sentiamo che Gesù è venuto nel mondo, per insegnarci chi è Dio e che cosa vuole da noi.
Il Capitolo crea tensione e ansietà tra i frati. Che succederà all’Ordine? Dove sarò io dopo il Capitolo? Che tipo di decisioni saranno prese per il futuro?
In questo mese ho letto i detti di Epitteto, un filosofo stoico vissuto tra la fine del primo e l’inizio del secondo secolo d.C. Egli ripeteva spesso che dobbiamo avere fiducia nel progetto di Dio.
Si, dobbiamo pensare al futuro, però dobbiamo ricordare che è Dio che ci guida verso “quel futuro”. Dio ha un’intenzione, un programma per noi, come Ordine e come individui. Se abbracciamo il programma di Dio, e non il programma nostro, troveremo la pace.
Che la pace del Signore sia con voi!