La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal neo-eletto Assistente generale per la FIMP (Federazione Intermediterranea Ministri Provinciali) Fra Giovanni VOLTAN.
Nella sua omelia, Fra Jude ha invitato i Capitolari, in particolar modo i nuovi Definitori, a lavorare come equipe. S. Paolo nella sua predicazione, ci insegna proprio questo aspetto della fraternità; non si dovrebbe annunciare la Buona Novella del Signore come singoli ma come comunità.
In aula vengono fatti gli auguri a Fra Mirosław BARTOS per il suo 32° anniversario di Sacerdozio.
La discussione è centrata sul capitolo IV degli Statuti generali che riguarda la missione dei frati. In particolare, ci si è soffermati sull’invito ai confratelli per andare in missione in altri paesi oltre quello di appartenenza. Tante giurisdizioni hanno necessità di personale; è necessario sviluppare la collaborazione fra le Province-Custodie, per superare ogni confine di appartenenza.
Si è passati poi, al capitolo V: la formazione dei frati. L’assemblea si è confrontata ampiamente sulle norme che riguardano le case di formazione, la specificità di chi non è orientato al Sacerdozio, la formazione dei formatori. Proprio per l’esigenza di avere frati preparati alla formazione, si è ribadita l’esigenza di individuare presto chi è chiamato a questa delicata missione.
Il pomeriggio è stato quasi interamente dedicato alla riunione del Consiglio di presidenza e della Commissione centrale; sono stati presentati tanti iuxta modum che debbono essere valutati, per poi essere presentati in aula nella giornata di domani.
Fra Aurelio ERCOLI, cronista
Nella prima lettura di oggi, sentiamo come S. Paolo arriva a Corinto, abita e lavora con Priscilla ed Aquila. Per di più, predica con l’assistenza di Sila e Timoteo. Anche se Paolo è una persona con molta autostima, lui lavora come parte di un’equipe. In particolare vediamo questo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi, dove Paolo quasi sempre usa la parola “noi” e quasi mai “io”.
Questo mi fa pensare a quello che Fra Marco ha visto come una meta per il nostro Definitorio in questi anni: lavorare come un’equipe. Diamo testimonianza con quello che facciamo, ma anche con la modalità con cui lo facciamo.
Questo è qualcosa che sembra difficile per tanti frati. Io sono stato edificato dall’esempio dei nostri giovani frati in Vietnam perché fanno tutto insieme. Certo, un po’ dipende dall’influsso della loro cultura, però è anche una decisione che hanno preso.
Siamo sfidati in questi giorni a lavorare come un’equipe. Siamo sfidati a lavorare con i nostri Definitori nelle nostre giurisdizioni come un’equipe, vivendo insieme il lavoro, la preghiera e la ricreazione. Noi dobbiamo invitare i nostri frati a fare lo stesso, cosicché quando la gente parlerà di noi, non dirà Fra Paolo ha fatto questo, Fra Michele questo e Fra Tizio quello, invece dirà che i frati insieme hanno fatto questo.